L’esistenza è un fluire di esperienze. E sperimentare è uno dei compiti di questa nostra effimera vita terrena. Ogni esistenza raccoglie in sé molti insegnamenti, che devono essere trasformati in conoscenze superiori e consapevolezza. Potremmo paragonare la vita a un papiro che si srotola strada facendo: l’uomo cammina lungo il tracciato del papiro imprimendovi sopra le sue impronte come fossero parole nuove. E noi abbiamo il libero arbitrio di scegliere se arricchire, nel vero senso della parola, il nostro papiro oppure se lasciare che esso si colmi semplicemente di elementi. Una vita senza esperienze è un papiro vuoto e, a questo proposito, ci ritornano alla memoria alcuni versi di Kahlil Gibran:
Diceva un foglio bianco come la neve: “Sono stato creato puro e voglio rimanere così per sempre. Preferirei essere bruciato e finire in cenere che essere preda delle tenebre e venir toccato da ciò che è impuro”. Una boccetta d’inchiostro sentì ciò che il foglio diceva e rise del suo cuore scuro, ma non osò avvicinarsi. Sentirono le matite multicolori, ma anch’esse non gli si accostarono mai… e il foglio bianco come la neve rimase puro e casto per sempre puro e casto, ma Vuoto.
Buona Vita, con l’augurio che sia sempre ricca di Amore e Consapevolezza!
Per mettersi in cammino, il Cercatore ha bisogno di avere fede nell’esistenza di una meta ben definita e di credere che la raggiungerà. Strada facendo, sperimenterà la rinascita e la trasformazione, morendo al vecchio e rinascendo al nuovo, dipanerà misteri, troverà risposte, conoscerà se stesso e realizzerà grandi cose, ma in ultimo scoprirà che la vera vittoria di ogni ricerca è l’essenza dell’esperienza vissuta per raggiungere la meta più che la meta in sé. Questa consapevolezza porta il Cercatore a trascendere il bisogno di raggiungere l’obiettivo prefissato, a favore del valore dell’esperienza del viaggio in quanto tale.
Questa simpatica e generosa vecchietta, che giunge a cavallo di una scopa e dispensa doni a tutti, ha un significato antico e bellissimo, un significato che si inscrive nel solco della tradizione delle divinità al femminile e precisamente nell’atavico senso della Triplice Dea: la Giovane, simbolo del principio femminile, della nascita e dell’incanto, la Madre, simbolo di fertilità, potere ed equilibrio, e la Vecchia, simbolo di saggezza, generosità, morte e trasformazione. La Befana incarna il terzo aspetto della Dea, ossia l’anno vecchio che cede il posto a quello nuovo. Ma prima di scivolare via, la Befana solca i cieli per spazzare via il vecchio e preparare il terreno al nuovo ciclo, e contemporaneamente dispensa la propria benedizione, che garantirà un prospero raccolto nell’anno nuovo. Epifania significa apparizione, ecco dunque la Dea apparire all’umanità per mostrare come manifestare positivamente nella propria vita. L’Epifania è passata… da oggi si salpa per una nuova e meravigliosa avventura. Auguri di felicità, amore e prosperità a ognuno di noi! Samantha e Flavio
In questi ultimi momenti del 2019
prendiamoci qualche attimo per guardarci alle spalle e distillare
questo scorcio di vita nella sua interezza.
Un anno che ci ha sicuramente regalato
momenti di gioia, qualche difficoltà, sorrisi e lacrime, felicità e
tristezza, battute d’arresto e voli ad alta quota…
Un anno di albe e tramonti, di giorni
di sole e di pioggia, di camminate all’aria aperta, di profumi, di
suoni emozionanti, di canzoni e risate, di chiacchierate, di vento
che fa stormire le foglie, di colori mozzafiato, di abbracci, di
pranzi cucinati con amore, di viaggi, di arrivederci e di addii, di
baci, di amici, di famiglia, di nuovi incontri, di libri aperti e non
finiti e di libri letti con passione, di novità sorprendenti, di
arrivi e partenze, di treni, traghetti e aerei, di sogni e ali
dispiegate, di speranze rinnovate, di silenzi…
Un anno da ricordare, da ringraziare
per i doni elargiti e le lezioni impartite, un anno da salutare e
lasciare andare.
Un anno di Vita prezioso, unico e
irripetibile come ogni istante che lo ha composto, e che oggi ci
invita a estrarre il meraviglioso nettare dell’esperienza per
guardare al futuro con occhi luminosi e pieni di speranza e fiducia.
Ma ancor più per guardare al Presente, vero Dono della nostra
Essenza spirituale, con immenso Amore.
Commettere errori è umano, ma perseverare nell’errore è diabolico, dicevano gli antichi. Credo che l’aspetto più diabolico del perseverare sia quando ci si rende conto dell’errore e ciò nonostante non si attua un cambiamento. In questi casi, infatti, più che le giustificazioni (che spesso sottendono il senso di colpa) e i fiumi di parole servono i fatti. Cambiando, si trasforma se stessi e si “rimedia” all’errore, o meglio ancora si dimostra con la pratica di aver fatto tesoro dell’esperienza. Le nostre azioni, diversamente dalle chiacchiere, sono la parte manifesta della nostra anima.
A tutti, il nostro augurio di non farsi invalidare dagli errori né dal senso di colpa, ma di imparare a distillare buon nettare dalle esperienze e rendere così la propria vita e il mondo un luogo sempre più paradisiaco
L’oscurità è il grembo in cui nasce
la vita, il luogo di germinazione di tutte le possibilità, il
principio. E così è anche la lunga notte del Solstizio d’inverno.
Il momento più buio dell’anno, ma anche l’inizio del nuovo ciclo
solare. Da domani il Sole comincerà la sua risalita nel cielo e le
giornate torneranno ad allungarsi. Questo è un momento di intimo
raccoglimento, di forza allo stato embrionale, di pura potenza, un
momento che ci esorta a prenderci cura dei semi della rinascita.
Oggi salutiamo, lasciandoci alle
spalle, ciò che dell’anno passato ha fatto il suo corso, donandoci i
frutti dell’esperienza, e prepariamoci al nuovo.
Accendiamo in noi la luce della
speranza per prepararci ad accogliere un anno prospero e generoso, e
festeggiamo, danziamo e condividiamo gli amici e la famiglia.
Un
romanzo come questo ha molti debiti di riconoscenza che, potrei dire,
si perdono nella notte dei tempi, perché la sua creazione non nasce
esclusivamente dalla mia esperienza personale, ma attinge a teorie
filosofiche e psicologiche, alle quali hanno contribuito moltissimi
personaggi di indiscusso ingegno. Pur non volendo far torto a
nessuno, citerò le persone a me più vicine in termini di affinità
di pensiero.
Un sentito ringraziamento va agli antichi filosofi greci per aver introdotto il termine di archetipo, riferendosi ai principi universali preesistenti alla realtà fenomenica. E tra questi una menzione speciale va a Platone per aver formulato la dottrina delle idee, anche se credo che meriti di essere ringraziato anche per altri motivi.
Venendo a tempi a noi più vicini, ringrazio Carl Gustav Jung, il cui lavoro mi ha ispirato costantemente, e che mi ha fornito il trampolino di lancio per poter vedere all’opera gli otto protagonisti di questa storia nel loro personale viaggio dell’eroe.
Jung
suggerì che i racconti mitici dei viaggi iniziatici, come l’Odissea,
l’Eneide
o Ercole,
si potessero intendere come espressioni simboliche di un processo di
trasformazione psichica che tutti noi siamo invitati a compiere
durante la nostra vita, e chiamò questa evoluzione processo
di individuazione
o viaggio
dell’eroe.
Questo viaggio è una chiamata ai Misteri dello Spirito, verso la scoperta di un mondo che esiste al di là delle apparenze e delle convenzioni sociali, un viaggio che, passando per la costruzione di una maschera sociale e per la creazione e l’integrazione delle parti in ombra della nostra psiche, giunge all’identificazione del vero Io spirituale. Un viaggio che è unico per ciascun individuo, ma che si articola su una trama archetipica comune.
Naturalmente, ringrazio anche James Hillman, allievo di Jung, per aver portato a un’ulteriore evoluzione la teoria degli archetipi, e Carol Pearson per averla attualizzata. E non dimentico tutti gli studiosi, più o meno noti, che hanno seguito tali orme. Grazie a chi ha semplicemente posato una piastrella, come a chi ha eseguito i calcoli strutturali per i pilastri portanti. La cattedrale non è ancora finita, ma già splende a sufficienza per destare ammirazione.
E ora veniamo alla seconda parte dei riconoscimenti, quella più strettamente attinente alla realizzazione pratica di questa storia.
Per
cominciare, mi concedo di esprimere un ringraziamento occulto a chi
non sa di aver partecipato, ma che, con la sua sola presenza, è
stato fonte di ispirazione. Non sapere non significa non esistere!
E
poi…
Grazie a Patrizia Mucciolo, la quale non manca di confrontarsi su temi che si rivelano spesso tangenti al tema di questo libro, e che ha saputo aiutarmi nella difficile operazione di spogliarlo del superfluo.
Grazie a Tamara Colombo per la lettura attenta e per le impressioni che mi ha comunicato, perché sono servite a modificare alcuni particolari del romanzo e a scegliere la copertina.
Grazie a Maria Fazio, che ha accettato di inserire tra i numerosi impegni anche la lettura in anteprima del romanzo, regalandomi utili consigli, nonché numerosi suggerimenti per la veste grafica del libro.
Grazie a Sara Stefanini per avermi fornito un prezioso confronto.
Infine, e non per stabilire una graduatoria, ringrazio mia moglie, Samantha Fumagalli, che nonostante scriva meglio di me, mi ha istigato senza posa alla stesura dell’Anno degli eroi e mi ha aiutato nel lavoro di revisione.