Polarità e Dermoriflessologia

Lavorare con la Dermoriflessologia fa toccare con mano la natura olistica dell’universo e dell’energia: bianco e nero, piacere e dolore, amore e odio, veglia e sonno, sono soltanto due poli interni al Tutto e si muovono costantemente, generandosi l’uno dall’altro.
Questa visione è molto differente rispetto a quella più diffusa nel mondo occidentale, basata sulla contrapposizione di forze, Leggi tutto “Polarità e Dermoriflessologia”

Preghiere della Torre

Una bella preghiera, che fa riflettere anche sulle doti da coltivare, come il darsi da fare per migliorare ciò che si può, il saper accettare ciò che non si può cambiare, il riconscere gli aspetti positivi della vita, avere la forza di individuare e di non temere gli errori, controllare l’egoismo e il narcisismo, saper cogliere e comunicare il lato umoristico della vita, eccetera…

Preghiere della Torre di Tommaso Moro

“Signore, dammi la forza di cambiare
le cose che posso cambiare
e la pazienza di accettare
quelle che non posso cambiare,
e la saggezza per distinguere
la differenza tra le une e le altre.
Dammi, Signore, un’anima
che abbia occhi per la bellezza e la purezza,
che non si lasci impaurire dal peccato
e che sappia raddrizzare le situazioni.
Dammi un’anima che non conosca noie,
fastidi, mormorazioni, sospiri, lamenti.
Non permettere che mi preoccupi eccessivamente
di quella cosa invadente che chiamo io.
Dammi il dono di saper ridere di una facezia,
di saper cavare qualche gioia dalla vita
e anche di farne partecipi gli altri.
Signore, dammi il dono dell’umorismo.”

Esistono simboli benefici e simboli dannosi?

Estratto dal libro in lavorazione Alchimia, simboli e Dermoriflessologia di Samantha Fumagalli e Flavio Gandini

ESISTONO SIMBOLI BENEFICI E SIMBOLI DANNOSI?
No, nessun simbolo, in quanto segno in sé e per sé, è luminoso o oscuro, sicuro o pericoloso in assoluto. Sono l’interpretazione e l’uso a fare la differenza.

L’esempio della SVASTICA è, in tal senso, rappresentativo.
La CROCE UNCINATA è un simbolo antichissimo che ritroviamo in molte civiltà: nell’Eurasia del Neolitico, dove rappresentava il movimento del sole nel cielo, nell’Induismo, nel Buddismo e nel Giainismo, dove incarna un simbolo sacro, nell’Europa del Nord e dell’Est, dove era un simbolo solare delle divinità Odino e Thor. Ovunque, la svastica (che in sanscrito significa “benessere”, “portafortuna”) era intrisa di concetti benigni, fintanto che i tragici eventi del Novecento non la trasformarono in un emblema terrificante.
Vediamo, dunque, come lo stesso segno possa raffigurare concetti diametralmente opposti ed evocare, di volta in volta, il bene oppure il male.

I SIMBOLI sono creati dagli uomini per evocare concetti astratti o di difficile espressione e vengono caricati di intento, energia, pensieri, emozioni, storia, significato. Alcuni di essi possono diventare estremamente potenti o dimostrarsi idonei a racchiudere l’essenza sostanziale di immagini primordiali e a questi viene dato il nome di ARCHETIPI.
In bilico tra psiche e soma, gli archetipi hanno una struttura istintiva e una spirituale e ciò li avvicina al concetto delle IDEE PLATONICHE, genitrici di ciò che si manifesta. Per questa loro essenza, gli archetipi vivificano il simbolo e aiutano chi vi entra in contatto a compiere il processo di costruzione della propria coscienza.

Uno di questi archetipi è l’ALBERO, che da sempre, e in tutti i continenti, rappresenta un elemento fondamentale nel rapporto tra l’uomo e la natura e tra l’uomo e il divino.
In tutte le civiltà si trovano alberi considerati sacri, come vediamo nelle tradizioni nordiche e in quelle romane e greche, dove la pianta era SIMBOLO e insieme STRUMENTO di interconnessione tra la superficie della terra (associata al mondo degli uomini), il sottosuolo (associato agli inferi) e il cielo (dimora degli dei).
Uno degli alberi a noi più noti è l’ALBERO CABALISTICO o ALBERO DELLA VITA, che pare essere un adattamento ebraico di simboli già presenti nell’antico esoterismo egizio. Questo è un simbolo di conoscenza fortemente carico di significati. Parla di creazione, di angeli, di pianeti, di virtù, dei quattro mondi e dei quattro corpi, dei principi maschile e femminile e della funzione centrale equilibratrice (dove incontriamo un chiaro riferimento al Caduceo di Ermes, di cui abbiamo parlato in un post precedente) e altro ancora.

L’Albero Cabalistico, purtroppo, viene spesso mal compreso e mal usato, seppure forse in buona fede.
Alcuni pensano ingenuamente che sia un simbolo creato da Dio, ma Dio non ha bisogno di un simbolo che gli rammenti la creazione. E per quanto potente sia, questo è un archetipo degli uomini.
Altri vi vedono una gerarchia divina, un ordinamento di gradi angelici e di funzioni, che include la subordinazione delle autorità inferiori a quelle superiori, ma Dio non fa nulla di tutto ciò. Forse questo tema può interessare le divinità minori, ma non certamente il Dio-Creatore-Eterno-Onnipotente-Onnipresente, che trascende tutte le religioni.
Altri ancora lo interpretano come uno strumento di potere, in quanto apportatore di conoscenza e di gerarchie.
Ma finché non si abbandoneranno queste tipologie di approccio, l’Albero Cabalistico resterà mistero e un potenziale pericolo, nonché un elemento di discordia.

Cerchiamo di capire. Il Dio-Creatore-Eterno-Onnipotente-Onnipresente non gioca a dadi con l’Universo e certamente non gioca ai soldatini con gli angeli. Quindi, ogni qualvolta si traduce l’Albero Cabalistico in funzioni gerarchiche più o meno divine, ci si allontana dal significato autentico di CAMMINO INTERIORE DI CONOSCENZA E CREAZIONE, per ricadere in bassi concetti umani di graduatorie. Si staziona allora nel regno del giudizio, dove abitano le divinità degli uomini, quelle che premiano e puniscono.
Chi si accosta in tal modo all’Albero Cabalistico, pensando di incontrare il Dio-Creatore-Eterno-Onnipotente-Onnipresente, vi troverà soltanto PICCOLI DEI e ALTRE ENTITÀ che lanciano fulmini a chi non ubbidisce e regalano onori a chi li compiace.
Usare l’Albero Cabalistico con questo approccio vuol dire entrare in contatto con entità minori, dove il pericolo che si creino falsi idoli, che l’ego si inflazioni e si generi discordia è elevatissimo.
Dio ci ha creati liberi. E ogni volta che gli uomini entrano in un ordine mentale gerarchico, si collocano in una dimensione dove ci sono schiavi e dominatori.

In realtà, non esistono strade sicure e strade pericolose per “raggiungere” il Dio-Creatore-Eterno-Onnipotente-Onnipresente, e questo semplicemente perché non serve nessuna strada per arrivare a Dio. Noi siamo già immersi in questa Forza. Siamo già parti di Dio.
Il fatto è che, in quanto porzioni, siamo limitati e sono proprio questi limiti a far sorgere il desiderio di conoscere il Dio-Creatore-Eterno-Onnipotente-Onnipresente.

Se non è un percorso per “andare da Dio”, a cosa serve l’Albero Cabalistico?
A conoscere se stessi e la creazione che quotidianamente di dispiega davanti ai nostri occhi. Si tratta di conoscere nel senso di farne esperienza sensibile e intellettuale, partendo dalla nostra condizione limitata e duale, dove l’etica del bene e del male è intrinseca al percorso stesso. È un cammino per ricordare e rispettare la libertà che ci è stata donata e il cui scopo ultimo è la piena coscienza spirituale, la CREAZIONE DELL’UOMO-SPIRITO, meta di ogni vero ALCHIMISTA.

Alcuni pensano che, siccome esiste un Albero della Vita e un Albero della Morte, si possa parlare di un percorso della luce (e del bene) e di un altro dell’oscurità (e del male), e che il primo sia esente da ogni pericolo, ma anche questo è un pensiero ingannevole.
La DUALITÀ è presente in tutti gli archetipi, in quanto presente nel genere umano come risultato della POLARITÀ PERCETTIVA, che scaturisce dalla CONOSCENZA, dalla VALUTAZIONE e dal GIUDIZIO.
Come spiegano bene gli ERMETISTI, nella dualità non esistono due elementi distinti, ma due poli della stessa cosa. Non esistono il caldo e il freddo, ma diverse percezioni della temperatura. Non esistono il bene e il male, ma diverse percezioni della giustizia o dell’etica. E noi non potremmo conoscere l’uno senza l’altro.
La dualità si annulla soltanto nella NON CONOSCENZA oppure nel NIRVANA, ovvero in quello stato perfetto di pace e felicità in cui semplicemente si È nel Dio-Creatore-Eterno-Onnipotente-Onnipresente.

Alla prossima! E buona vita!
Samantha e Flavio

Amami o odiami, entrambi sono a mio favore

La realtà che sperimentiamo è il risultato della percezione, e la percezione è solo parzialmente frutto dei sensi, perché il ruolo dominante lo hanno le emozioni e i pensieri.
Se vuoi che una cosa smetta di suscitare dolore in te, non ha senso odiarla e neanche sforzarti di amarla, perché essa sarà comunque con te.
Come scriveva William Shakespeare in Sogno di una notte di mezza estate: «Amami o odiami, entrambi sono a mio favore. Se mi ami, sarò sempre nel tuo cuore. Se mi odi, sarò sempre nella tua mente».
L’unica chance è cambiare le abitudini percettive.

Vuoi una vita più felice e aiutare gli altri?

VUOI VIVERE UNA VITA PIÙ PIENA E FELICE E AIUTARE GLI ALTRI A FARE ALTRETTANTO?
Con la DERMORIFLESSOLOGIA puoi.
La Dermoriflessologia® (ideata da Gandini e Fumagalli) è una disciplina olistica dedicata al benessere psicofisico e alla crescita personale, si fonda sull’integrazione di antiche conoscenze esoteriche con le prodigiose scoperte dello scienziato GIUSEPPE CALLIGARIS. Si avvale di una tecnica riflessologica che usa la pelle come specchio del corpo e della psiche e permette di fare un’indagine dello stato energetico e promuovere il riequilibrio psicofisico e l’autoconoscenza.
Per diventare Dermoriflessologo contatta Flavio al 3357065167 (vega@vega2000.it) oppure Stefano al 3396004159 (stefano@lucedaura.it).
Programma completo QUI

Buon 2019!

Il 2018 volge al termine.
Le ultime ore dell’anno non sono destinate soltanto ai preparativi per accogliere il nuovo che avanza, ma possiamo prenderci un momento, un momento importante e profondo, per guardare all’anno che sta finendo e distillare questo scorcio di vita, sia quello più felice sia quello più triste.
Un momento da dedicare a noi stessi, per ricordare, per ringraziare dei doni ricevuti, per trasformare il vissuto in apprendimento.
Una piccola ricapitolazione che ci permetta di portare con noi le perle dell’esperienza e lasciare andare ciò che non serve più, ciò che ha compiuto il suo corso, affinché ciò che è stato sia un utile insegnamento e non rimanga in uno stato latente, che può emergere a nostra insaputa, condizionando i pensieri e le reazioni.
Una ricapitolazione per riconoscere il bello che abbiamo incontrato in quest’anno di cammino, i sorrisi scambiati, i gesti d’affetto, le buone occasioni, gli aiuti ricevuti e quelli offerti con cuore sincero, le voci amiche, le sorprese gradite, le piccole e grandi conquiste, i momenti di gioia e di divertimento, e i momenti di crescita e di arricchimento.
Una ricapitolazione per riconoscere gli insegnamenti che sono stati posti lungo il nostro percorso e che abbiamo incontrato sotto forma di momenti difficili, di incomprensioni, di asperità, di dolori, di ostacoli, di solitudine, di fatica.
Poniamo tutto in un ideale alambicco e osserviamo le esperienze che abbiamo vissuto durante il 2018 distillarsi sotto l’azione del fuoco spirituale, della coscienza e della volontà.
E quando il procedimento di purificazione è concluso, prendiamo ciò che avanza e lasciamo andare, lasciamo che torni alla natura per seguire il suo processo di trasformazione.
Nel nuovo anno portiamo soltanto il prezioso distillato, poche gocce concentrate di gioia e di esperienza.
Adesso siamo pronti per accogliere a cuore aperto il 2019.
Buon fine anno e felice anno nuovo!
Samantha e Flavio

Vi è nell’uomo un duplice potere

Dialogare con il CORPO INVISIBILE grazie alla DERMORIFLESSOLOGIA:
Attraverso semplici stimolazioni cutanee la Dermoriflessologia (Gandini-Fumagalli) permette di entrare in contatto con il Doppio Eterico o Corpo Invisibile, come lo chiama Paracelso, che contiene tutti i rimedi e le cause di ogni malessere.

Buon Natale!

Ogni anno, a Natale, la Vita torna a nascere. Lentamente, nell’abbraccio della Madre Terra, cullata dal freddo Inverno, in modo che possa avere il tempo di crescere e poi germogliare in Primavera in tutto il suo Splendore.
Ogni anno questa Magia si ripete. Meravigliosa.
Una Magia che riguarda il Divino e ogni Sua Creatura.
Una Magia che interessa anche i nostri Cuori, i nostri Pensieri, i nostri Progetti.
Auguriamo a Tutti di trascorrere un Natale felice e sereno, e soprattutto di mettere a dimora Semi di Amore che germoglieranno generosi nel Nuovo Anno.
BUON NATALE!

Natale e non solo…

In questi giorni, in cui molti sono preda dell’ansia per dover incastrare impegni di lavoro, familiari e festivi, consiglio di ricavarsi cinque minuti per leggere questa riflessione che Bertrand Russell (filosofo, matematico, attivista e scrittore gallese, vissuto dal 1872 al 1970) ha scritto nel 1932 e che è ancora quantomai attuale.
Il brano è tratto dalla sua raccolta di saggi pubblicata nel 1935 e intitolata ELOGIO DELL’OZIO.

«Come molti uomini della mia generazione, fui allevato secondo i precetti del proverbio che dice “l’ozio è il padre di tutti i vizi”. Poiché ero un ragazzino assai virtuoso, credevo a tutto ciò che mi dicevano e fu così che la mia coscienza prese l’abitudine di costringermi a lavorare sodo fino a oggi. Ma sebbene la mia coscienza abbia controllato le mie azioni, le mie opinioni subirono un processo rivoluzionario.
Io penso che in questo mondo si lavori troppo, e che mali incalcolabili siano derivati dalla convinzione che il lavoro sia cosa santa e virtuosa; insomma, nei moderni paesi industriali bisogna predicare in modo ben diverso da come si è predicato sinora
Voglio dire, in tutta serietà, che la fede nella virtù del lavoro provoca grandi mali nel mondo moderno, e che la strada per la felicità e la prosperità si trova invece in una diminuzione del lavoro.
Il concetto del dovere, storicamente parlando, è stato un mezzo escogitato dagli uomini al potere per indurre altri uomini a vivere per l’interesse dei loro padroni anziché per il proprio.
L’ozio è essenziale per la civiltà e nei tempi antichi l’ozio di pochi poteva essere garantito soltanto dalle fatiche di molti. Tali fatiche avevano però un valore non perché il lavoro sia un bene, ma al contrario perché l’ozio è un bene.
La tecnica moderna ci consente di distribuire il tempo destinato all’ozio in modo equo, senza danno per la civiltà. Se il salariato lavorasse quattro ore al giorno, ci sarebbe una produzione sufficiente per tutti e la disoccupazione finirebbe, sempre che si ricorra a un minimo di organizzazione.
Questa idea scandalizza la gente perbene, convinta che i poveri non sappiano che farsene di tanto tempo libero. In un mondo, invece, dove nessuno sia costretto a lavorare più di quattro ore al giorno, ogni persona dotata di curiosità scientifica potrebbe indulgervi. Soprattutto ci sarebbe nel mondo molta gioia di vivere invece di nervi a pezzi, stanchezza e dispepsia. Il lavoro richiesto a ciascuno sarebbe sufficiente per farci apprezzare il tempo libero, e non tanto pesante da esaurirci. E non essendo esausti, non ci limiteremmo a svaghi passivi e vacui. Almeno l’uno per cento della popolazione dedicherebbe il tempo non impegnato nel lavoro professionale a ricerche di utilità pubblica e, giacché tali ricerche sarebbero disinteressate, nessun freno verrebbe posto alla originalità delle idee.
Ma i vantaggi di chi dispone di molto tempo libero possono risultare evidenti anche in casi meno eccezionali. Uomini e donne di media levatura, avendo l’opportunità di condurre una vita più felice, diverrebbero più cortesi, meno esigenti e meno inclini a considerare gli altri con sospetto.
La smania di far la guerra si estinguerebbe in parte per questa ragione, e in parte perché un conflitto implicherebbe un aumento di duro lavoro per tutti.
Il buon carattere è, di tutte le qualità morali, quella di cui il mondo ha più bisogno, e il buon carattere è il risultato della pace e della sicurezza, non di una vita di dura lotta.
I moderni metodi di produzione hanno reso possibile la pace e la sicurezza per tutti; noi abbiamo invece preferito far lavorare troppo molte persone, lasciandone morire di fame altre.
Perciò abbiamo continuato a sprecare tanta energia quanta ne era necessaria prima dell’invenzione delle macchine; in ciò siamo stati idioti, ma non c’è ragione per continuare a esserlo.»

Tra i propositi per l’anno nuovo potremmo mettere quello di lavorare meno e vivere di più e più felici, e dovremmo fare in modo che questo proposito si realizzi, a dispetto di tutte le convenzioni sociali e i poteri forti che sembrano renderlo impossibile.

Buone feste e felice 2019!