Potrebbe iniziare così, questa storia,
perché davvero infuria la tempesta. D’altronde, è l’Apocalisse.
Il vento spazza via tutto. L’acqua
trascina, inonda, sommerge. Il cielo è nero e si fatica a
distinguere i contorni delle cose e delle persone. E la gente è
confusa, molto confusa.
In mezzo a questo delirio, c’è lui, il
Ragioniere dell’Apocalisse che, come un Noè 2.0, raccoglie le cose e
cerca di salvare il salvabile. Lo fa con metodo scientifico, perché
a dispetto del nome, è laureato, colto, intelligente. Lui sa, e sa
ragionare. E cerca di fare ragionare gli altri, quelli che, in mezzo
alla tempesta, hanno perso l’orientamento e i loro vecchi credo.
Come un moderno Noè, lui fa entrare
nella sua Arca le verità da salvare, i principi, le conoscenze, la
Storia, il metodo. È convinto che ognuno di quei pezzi sia una
Verità da mettere in salvo dal caos imperversante, dal turbinio di
falsità, di dubbi, di confusione.
Ma a differenza dell’antico Noè, al
Ragioniere dell’Apocalisse nessun Dio non ha detto di salvare gli
animali a coppie. E così il Ragioniere dell’Apocalisse cerca di
salvare esemplari singoli, ignaro del messaggio di Dio, che
racchiudeva l’unica grande Verità: la coppia. La coppia è il
simbolo della convivenza di due polarità. Due verità minori,
opposte e complementari, che formano la Verità.
Periodicamente il Creato si incarica di
ribaltare tutto, per dimostrare all’essere umano che nessuna metà è
vera, nessuna metà ha ragione, nessuna metà esiste senza l’altra. E
forse, domani, il bianco sarà nero e il nero sarà bianco, e quello
che si considera luce sarà buio e ciò che si ritiene oscurità sarà
luminosità. Ma poco importa, perché la Verità ci sarà ancora, ci
sarà sempre.
Quindi il nostro eroe, il Ragioniere
dell’Apocalisse, sta sbagliando?
No, il suo è un compito arduo, ingrato
forse, ma necessario. Qualcuno si lascia sbatacchiare di qua e di là
dalla tempesta; qualcun altro, come il nostro Ragioniere, cerca di
salvare le cose in volo; un altro ancora segue l’esempio della bufera
e getta tutto all’aria, aspettando di vedere cosa sopravvive
all’impatto con il suolo, quando il grande caos si sarà placato.
Nessuno fa bene o male, nessuno ha ragione. La Vita è un’esperienza
e ognuno deve viverla a modo proprio.
L’Apocalisse finirà e ognuno, poi,
valuterà se gli è piaciuto il proprio modo di viverla, cosa ha
imparato, come si è trasformato, se si è trasformato.
Ora che nulla più matura, perché tutto è già maturato, ci apprestiamo a entrare nella stagione che porta dalla terra al cielo, dal godere sensoriale al sottile piacere del pensiero, dalla materia allo spirito.
Oggi, in bilico tra luce e tenebra, respiriamo il principio universale del continuo divenire, il senso dell’alternanza e dell’equilibrio, consapevoli che questa è la strada dell’armonia.
“Non ti ho fatto né celeste né
terreno, né mortale né immortale, perché di te stesso quasi libero
e sovrano artefice ti plasmassi e ti scolpissi nella forma che
avresti prescelto. Tu potrai degenerare nelle cose inferiori che sono
i bruti; tu potrai, secondo il tuo volere, rigenerarti nelle cose
superiori che sono divine”.
Che sia in atto un cambio epocale è
fuori discussione, che sia in lavorazione da decenni un nuovo ordine
mondiale anche. Che la gente lo riesca a capire nelle debite
proporzione è un po’ meno fuori di discussione.
Tra chi crede a tutto ciò che propina
il mainstream (senza farsi domande e senza peraltro capire nulla o
quasi) e chi crede di avere capito tutto (e ha smesso di farsi
domande e insieme di nutrire speranze), ci sono molte sfumature, ma
tutte mi appaiono molto confuse e poco veritiere.
Credere che tutti (nazioni, leader,
progetti) siano uguali e che stiano procedendo verso un unico
obiettivo è irrealistico, ma lo è anche credere che ci siano buoni
e cattivi, demoni e salvatori.
Non c’è un’unica meta mondiale come
non c’è una parte che vuole sterminare l’umanità e un’altra che la
vuole salvare.
C’è, e questo è vero, uno sviluppo
tecnologico (esteso su più fronti) che pone nuovi strumenti nelle
mani di chi comanda, e ci sono diverse possibilità di usare questo
sviluppo.
C’è, e anche questo è vero, un
importante sviluppo socioeconomico in alcune aree del mondo che
richiede di prenderne atto e di trovare nuovi assetti internazionali.
Semplificando al massimo, questi due
fattori creano un ventaglio di problematiche e di opportunità che
stanno mettendo in crisi le vecchie strutture.
Se cambiamo nome alle insegne della
propaganda occidentale, come per esempio il “cambiamento
climatico”, la “transizione green”, le varie “autonomie
energetiche”, eccetera, scopriamo che c’è del vero nella necessità
di diversificare le fonti energetiche e il loro approvvigionamento.
Il mondo diviso in un piccolo occidente
collettivo, ricco e dispendioso, e un sud esteso, povero e sfruttato,
non esiste più. Gli equilibri stanno cambiando rapidamente e
impongono nuove strutture organizzative.
Quando tutto il mondo, o quasi, sarà
benestante, in crescita, in evoluzione, elettrificato, riscaldato e
refrigerato artificialmente, industrializzato e permeato da strutture
e reti informatiche avanzate (compresa l’impropriamente chiamata
intelligenza artificiale), l’umanità sarà enormemente più
energivora e questo impone un ripensamento su larga scala. Il
problema è che mentono spudoratamente al posto che raccontarci
questa ricerca di nuovi assetti.
Non vado oltre, per non fare un
post-rotolone-regina, ma vedo tanta confusione, troppe illusioni,
poca verità e pochissime lucide speranze costruttive (di cui ci
sarebbe un gran bisogno) e mi piacerebbe che ogni tanto si spegnesse
la voce e si accendesse il pensiero. Un pensiero calmo, silenzioso,
cosciente, ricettivo. Per vedere al di là delle apparenze e, magari,
iniziare a scorgere le connessioni metafisiche di questa
straordinaria epoca.
Sì, straordinaria. Davvero più di quanto si possa immaginare.
Dal 2 settembre Plutone retrogrado torna in Capricorno per soggiornarvi fino al 19 novembre.
Sono possibili colpi di coda dei poteri forti, specialmente quelli dietro le quinte, che sono rappresentati appunto dal pianeta in questo segno. Il sestile a Nettuno e il trigono a Urano mettono in relazione tali colpi di coda con le masse e la tecnologia, quindi occorre prudenza nel giudicare alcuni fatti o dichiarazioni che riguardano la collettività, come le proteste, le sommosse, le elezioni, eccetera, e le notizie o le azioni relative all’informatica, ai social, alle moderne tecnologie e ai personaggi che vi gravitano attorno. Non tutto potrebbe essere come sembra, perché questo Plutone tende a muoversi nell’ombra e a far apparire le cose diverse da ciò che sono in realtà, come abbiamo visto nel recente passato. Tuttavia, Plutone qui è abbastanza orbo verso il malcontento che bolle in pentola a livello sociale e può muoversi goffamente o in modo imprudente in vista del prossimo futuro, che riserverà sorprese.
Sotto il profilo personale, è un buon momento per riconsiderare il proprio potere, piccolo o grande e di qualsiasi natura si tratti (potere e libertà di agire, autorevolezza, ascendenza sugli altri) per mettere a punto come usarlo, anche in chiave sociale, e per focalizzare i propri progetti e le alleanze. In pratica, farsi domande e trovare risposte. Cosa posso fare? Dove posso agire? Come posso essere fedele a me stesso e contemporaneamente affermarmi? Dove posso influire significativamente anche in relazione a un gruppo, a una collettività? Quanto e dove sono davvero autorevole e quanto e dove, invece, sono soltanto autoritario? Cosa mi serve per realizzare il mio obiettivo? Con chi posso unire le forze? Come posso essere utile agli altri e allo sviluppo dell’umanità?
SCUOLA: pronte le Nuove Linee Guida del Ministero dell’Istruzione e del Merito per l’insegnamento dell’Educazione civica.
A partire dall’anno scolastico 2024/2025 entreranno in vigore le Nuove Linee Guida per l’insegnamento dell’Educazione civica. Il testo sostituirà le Linee guida precedenti, con l’aggiunta di ulteriori contenuti, e ridefinirà traguardi e obiettivi di apprendimento a livello nazionale.
Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha inviato oggi il documento al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI) per il prescritto parere non vincolante.
“Coerentemente con il nostro dettato costituzionale, le Nuove Linee Guida promuovono l’educazione al rispetto della persona umana e dei suoi diritti fondamentali”, dichiara Valditara, “valorizzando principi quali la responsabilità individuale e la solidarietà, la consapevolezza di appartenere ad una comunità nazionale, dando valore al lavoro e all’iniziativa privata come strumento di crescita economica per creare benessere e vincere le sacche di povertà, nel rispetto dell’ambiente e della qualità della vita”.“Ispirandosi al concetto di ‘scuola costituzionale’, il documento conferisce centralità alla persona dello studente e punta a favorire l’inclusione, a partire dall’attenzione mirata a tutte le forme di disabilità e di marginalità sociale.
Le nuove Linee guida”, prosegue Valditara, “vogliono essere uno strumento di supporto e di guida per tutti i docenti ed educatori chiamati ad affrontare, nel quotidiano lavoro di classe, le sfide e le emergenze di una società in costante evoluzione e di cui gli studenti saranno protagonisti. La scuola si conferma pilastro del futuro del nostro Paese”.
Queste le principali novità introdotte dalle Nuove Linee Guida per l’insegnamento dell’Educazione civica:
è sottolineata la centralità della persona umana, soggetto fondamentale della Storia, al cui servizio si pone lo Stato. Da qui nascono la valorizzazione dei talenti di ogni studente e la cultura del rispetto verso ogni essere umano. Da qui i valori costituzionali di solidarietà e libertà e il concetto stesso di democrazia che la nostra Costituzione collega, non casualmente, alla sovranità popolare e che, per essere autentica, presuppone lo Stato di diritto. Da questo deriva anche la funzionalità della società allo sviluppo di ogni individuo (e non viceversa) e il primato dell’essere umano su ogni concezione ideologica;
si promuove la formazione alla coscienza di una comune identità italiana come parte della civiltà europea e occidentale e della sua storia. Di conseguenza, viene evidenziato il nesso tra senso civico e sentimento di appartenenza alla comunità nazionale definita Patria, concetto espressamente richiamato e valorizzato dalla Costituzione. Attorno al rafforzamento del senso di appartenenza a una comunità nazionale, che ha nei valori costituzionali il suo riferimento, si intende anche favorire l’integrazione degli studenti stranieri. Allo stesso tempo, la valorizzazione dei territori e la conoscenza delle culture e delle storie locali promuovono una più ampia e autentica consapevolezza della cultura e della storia nazionale. In questo contesto, l’appartenenza all’Unione Europea è coerente con lo spirito originario del trattato fondativo, volto a favorire la collaborazione fra Paesi che hanno valori e interessi generali comuni; insieme ai diritti, vengono sottolineati anche i doveri verso la collettività, che l’articolo 2 della Costituzione definisce come “doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”. L’importanza di sviluppare anche una cultura dei doveri rende necessario insegnare il rispetto per le regole che sono alla base di una società ordinata, al fine di favorire la convivenza civile, per far prevalere il diritto e non l’arbitrio. Da qui l’importanza fondamentale della responsabilità individuale che non può essere sostituita dalla responsabilità sociale;
promozione della cultura d’impresa che, oltre a essere espressione di un sentimento di autodeterminazione, è sempre più richiesta per affrontare le sfide e le trasformazioni sociali attuali. Parallelamente, si valorizzano per la prima volta l’iniziativa economica privata e la proprietà privata che, come ben definisce la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, è un elemento essenziale della libertà individuale;
educazione al contrasto di tutte le mafie e di tutte le forme di criminalità e illegalità. In particolare, il contrasto della criminalità contro la persona, contro i beni pubblici e privati, attraverso l’apprendimento, sin dai primissimi gradi di scuola, di comportamenti individuali che possano contrastare tali fenomeni; è evidenziata l’importanza della crescita economica, nel rispetto dell’ambiente e della qualità della vita dei cittadini; educazione al rispetto per tutti i beni pubblici, a partire dalle strutture scolastiche, al decoro urbano e alla tutela del ricchissimo patrimonio culturale, artistico, monumentale dell’Italia;
promozione della salute e di corretti stili di vita, a cominciare dall’alimentazione, dall’attività sportiva e dal benessere psicofisico della persona. In tale contesto, particolare attenzione è rivolta al contrasto delle dipendenze derivanti da droghe, fumo, alcool, doping, uso patologico del web, gaming e gioco d’azzardo;
educazione stradale, per abituare i giovani al rispetto delle regole del codice della strada che si traduce in rispetto della propria e altrui vita; si rafforza e si promuove la cultura del rispetto verso la donna;
promozione dell’educazione finanziaria e assicurativa, dell’educazione al risparmio e alla pianificazione previdenziale, anche come momento per valorizzare e tutelare il patrimonio privato;
valorizzazione della cultura del lavoro come concetto fondamentale della nostra società da insegnare già a scuola fin dal primo ciclo di istruzione; educazione all’uso etico del digitale, per valutare con attenzione ciò che di sé si ‘consegna’ alla rete;
educazione all’uso responsabile dei dispositivi elettronici, nella consapevolezza che l’uso corretto delle tecnologie è quello che potenzia l’esercizio delle competenze individuali, non quello che lo sostituisce;
si conferma il divieto di utilizzo, anche a fini didattici, dello smartphone dalla Scuola dell’infanzia fino alla Scuola secondaria di primo grado.
Riprendendo il discorso di ieri sulle
domande idiote e faziose, tipo “pace o climatizzatore”, va
precisato che una domanda limitata a due opzioni ha senso soltanto se
posta all’interno di una concettuale e stringente dialettica degli
opposti e quindi, per esempio, pace o guerra, e non pace o
climatizzatore o pace e carote (che non hanno nessuna attinenza tra
loro).
Ovviamente, un ragionamento su “pace
o guerra” si sviluppa in termini ideali e filosofici ai quali,
dopo, devono seguire proposte per la messa in atto di una delle due
opzioni.
Pace o carote, esattamente come pace o
climatizzatore, è una caduta preconcetta della valutazione
precedente. Qualcuno, prima di fare la domanda, ha deciso che
mangiare carote o usare il climatizzatore è causa di guerra e che la
pace si ottiene rinunciando al secondo elemento posto faziosamente
sull’altro piatto della bilancia.
Si può ragionare su “pace o guerra”
e, se si preferisce la pace, si cerca di trovare la modalità
migliore per ottenerla, ma un discorso tra “climatizzatore o pace”
è un discorso demenziale.
Si può ragionare su
“autodeterminazione o schiavitù”, su “onestà e disonestà”,
su “libertà o controllo/oppressione”, ma non su “controllo o
delinquenza”, perché quest’ultima opzione prevede la decisione
preventiva e arbitraria che la mancanza di controllo generi
inevitabilmente disonestà e delinquenza.
Quando viene posta una domanda faziosa,
il comportamento più prudente è sottrarsi (fosse anche
ignorandola), quello più intelligente è risalire all’origine della
faziosità.
Dunque, per dire, non “pro o contro
punturine” ma “pro o contro libertà di scelta”.
Nel primo caso, vi stanno obbligando a
schierarvi. Come a dire: ti butto nello stadio mentre i tifosi di due
squadre di calcio si stanno menando ferocemente, e ti obbligo a
scegliere da che parte stare per partecipare al pestaggio, mentre a
te non frega nulla di calcio oppure parteggi per una terza squadra
oppure sei contro la violenza.
Occorre tenere accesa la luce della
ragione e ben desta la presenza di spirito, pena il rischio di
ritrovarsi, a breve, svuotati da ogni barlume di anima e con un
neurone stordito che sbatte contro le pareti di un cranio vuoto.