Un gatto per amico. In alternativa? La Dermoriflessologia!

Animali considerati sacri nell’Antico Egitto, i gatti attraversano al Storia ammantati di fascino. Chiaroveggenti, sensibili al mondo invisibile, trasformatori di energie, e oggi anche la scienza offre il suo tributo a questi splendidi animali.

A Londra, in un istituto che studiava le terapia a bassa frequenza da applicare agli umani per curare le infiammazioni croniche, un giorno entrò una gatta che, passando vicino ai generatori di corrente, interagì con i sensori, attirando così l’attenzione degli scienziati.

Gli scienziati misurarono il campo elettromagnetico della gatta e capirono che poteva sostituire il generatore, perché il suo campo era più potente. Dopo questo inaspettato risultato decisero di fare un esperimento: un gruppo di persone fu curato con un generatore di corrente in bassa frequenza, mentre l’altro gruppo fu curato con l’ausilio di un gatto.Il risultato fu che coloro che seguirono la “gattoterapia” guarirono tutti, mentre nell’altro gruppo guarì soltanto la metà dei malati.

Il gatto, grazie al pelo e tramite le fusa, produce corrente in bassa frequenza capace di agire sui focolai d’infiammazione. La banda delle frequenze delle fusa va da 20 Hz fino a 150 Hz, e i gatti usano le fusa per curare se stessi, l’ambiente ed esprimere piacere. Le loro frequenze trasformano l’energia, rigenerano i tessuti, rafforzano le ossa e le articolazioni, migliorano la circolazione, stabilizzano la pressione e il ritmo cardiaco.

I gatti sanno trasformare l’energia della malattia, riuscendo a scambiare la loro energia con quella umana, inoltre sono gli unici animali capaci di assorbire e trasformare una piccola quantità di energia negativa. È per questo che, nell’antichità, venivano lasciati liberi di girare nel templi, e oggi li vediamo, ogni tanto, sopra computer ed elettrodomestici.

Il gatto percepisce l’energia dell’habitat e, all’occorrenza, la trasforma e la purifica, e lo stesso fa con il corpo umano, cambiando il potenziale energetico.

È, però, impossibile costringere il gatto a curare il suo umano, occorre che tra i due ci sia l’amore e la fiducia, e i gatti sono molto sensibili al rapporto con gli esseri umani.

Una valida alternativa? La Dermoriflessologia! 😉