La dialettica degli opposti

Riprendendo il discorso di ieri sulle domande idiote e faziose, tipo “pace o climatizzatore”, va precisato che una domanda limitata a due opzioni ha senso soltanto se posta all’interno di una concettuale e stringente dialettica degli opposti e quindi, per esempio, pace o guerra, e non pace o climatizzatore o pace e carote (che non hanno nessuna attinenza tra loro).

Ovviamente, un ragionamento su “pace o guerra” si sviluppa in termini ideali e filosofici ai quali, dopo, devono seguire proposte per la messa in atto di una delle due opzioni.

Pace o carote, esattamente come pace o climatizzatore, è una caduta preconcetta della valutazione precedente. Qualcuno, prima di fare la domanda, ha deciso che mangiare carote o usare il climatizzatore è causa di guerra e che la pace si ottiene rinunciando al secondo elemento posto faziosamente sull’altro piatto della bilancia.

Si può ragionare su “pace o guerra” e, se si preferisce la pace, si cerca di trovare la modalità migliore per ottenerla, ma un discorso tra “climatizzatore o pace” è un discorso demenziale.

Si può ragionare su “autodeterminazione o schiavitù”, su “onestà e disonestà”, su “libertà o controllo/oppressione”, ma non su “controllo o delinquenza”, perché quest’ultima opzione prevede la decisione preventiva e arbitraria che la mancanza di controllo generi inevitabilmente disonestà e delinquenza.

Quando viene posta una domanda faziosa, il comportamento più prudente è sottrarsi (fosse anche ignorandola), quello più intelligente è risalire all’origine della faziosità.

Dunque, per dire, non “pro o contro punturine” ma “pro o contro libertà di scelta”.

Nel primo caso, vi stanno obbligando a schierarvi. Come a dire: ti butto nello stadio mentre i tifosi di due squadre di calcio si stanno menando ferocemente, e ti obbligo a scegliere da che parte stare per partecipare al pestaggio, mentre a te non frega nulla di calcio oppure parteggi per una terza squadra oppure sei contro la violenza.

Occorre tenere accesa la luce della ragione e ben desta la presenza di spirito, pena il rischio di ritrovarsi, a breve, svuotati da ogni barlume di anima e con un neurone stordito che sbatte contro le pareti di un cranio vuoto.

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