L’anno degli eroi

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Ringraziamenti

Un romanzo come questo ha molti debiti di riconoscenza che, potrei dire, si perdono nella notte dei tempi, perché la sua creazione non nasce esclusivamente dalla mia esperienza personale, ma attinge a teorie filosofiche e psicologiche, alle quali hanno contribuito moltissimi personaggi di indiscusso ingegno. Pur non volendo far torto a nessuno, citerò le persone a me più vicine in termini di affinità di pensiero.

Un sentito ringraziamento va agli antichi filosofi greci per aver introdotto il termine di archetipo, riferendosi ai principi universali preesistenti alla realtà fenomenica. E tra questi una menzione speciale va a Platone per aver formulato la dottrina delle idee, anche se credo che meriti di essere ringraziato anche per altri motivi.

Venendo a tempi a noi più vicini, ringrazio Carl Gustav Jung, il cui lavoro mi ha ispirato costantemente, e che mi ha fornito il trampolino di lancio per poter vedere all’opera gli otto protagonisti di questa storia nel loro personale viaggio dell’eroe.

Jung suggerì che i racconti mitici dei viaggi iniziatici, come l’Odissea, l’Eneide o Ercole, si potessero intendere come espressioni simboliche di un processo di trasformazione psichica che tutti noi siamo invitati a compiere durante la nostra vita, e chiamò questa evoluzione processo di individuazione o viaggio dell’eroe.

Questo viaggio è una chiamata ai Misteri dello Spirito, verso la scoperta di un mondo che esiste al di là delle apparenze e delle convenzioni sociali, un viaggio che, passando per la costruzione di una maschera sociale e per la creazione e l’integrazione delle parti in ombra della nostra psiche, giunge all’identificazione del vero Io spirituale. Un viaggio che è unico per ciascun individuo, ma che si articola su una trama archetipica comune.

Naturalmente, ringrazio anche James Hillman, allievo di Jung, per aver portato a un’ulteriore evoluzione la teoria degli archetipi, e Carol Pearson per averla attualizzata. E non dimentico tutti gli studiosi, più o meno noti, che hanno seguito tali orme. Grazie a chi ha semplicemente posato una piastrella, come a chi ha eseguito i calcoli strutturali per i pilastri portanti. La cattedrale non è ancora finita, ma già splende a sufficienza per destare ammirazione.

E ora veniamo alla seconda parte dei riconoscimenti, quella più strettamente attinente alla realizzazione pratica di questa storia.

Per cominciare, mi concedo di esprimere un ringraziamento occulto a chi non sa di aver partecipato, ma che, con la sua sola presenza, è stato fonte di ispirazione. Non sapere non significa non esistere!

E poi…

Grazie a Patrizia Mucciolo, la quale non manca di confrontarsi su temi che si rivelano spesso tangenti al tema di questo libro, e che ha saputo aiutarmi nella difficile operazione di spogliarlo del superfluo.

Grazie a Tamara Colombo per la lettura attenta e per le impressioni che mi ha comunicato, perché sono servite a modificare alcuni particolari del romanzo e a scegliere la copertina.

Grazie a Maria Fazio, che ha accettato di inserire tra i numerosi impegni anche la lettura in anteprima del romanzo, regalandomi utili consigli, nonché numerosi suggerimenti per la veste grafica del libro.

Grazie a Sara Stefanini per avermi fornito un prezioso confronto.

Infine, e non per stabilire una graduatoria, ringrazio mia moglie, Samantha Fumagalli, che nonostante scriva meglio di me, mi ha istigato senza posa alla stesura dell’Anno degli eroi e mi ha aiutato nel lavoro di revisione.