Dermoriflessologia: perché la pelle?

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– Perché la pelle è il vestito più prezioso

La pelle è il primo e miglior vestito che ci è stato donato dalla natura, è l’unico che non abbiamo mai bisogno di cambiare, perché cresce con noi, si adatta alle nostre forme e dimensioni, non è mai troppo corto o lungo, troppo largo o stretto. Partecipa a ogni istante della nostra esistenza, si emoziona con noi, ride e piange insieme a noi. Riveste il corpo dalla testa ai piedi, protegge ciò che sta all’interno, è un termoregolatore eccezionale, è dotato di un valido sistema immunitario, permette all’organismo di eliminare le sostanze di scarto, svolge attività metaboliche e riceve innumerevoli stimoli dall’esterno. Anche se talvolta viene data per scontata, la pelle è fondamentale per il nostro sistema di sopravvivenza!

– Perché la pelle è l’organo più grande del corpo umano

La pelle è il più grande organo del corpo umano, rappresenta circa il 16% del peso corporeo e nell’adulto ha una superficie compresa tra 1,5 e 2 metri quadrati. Il suo spessore varia da 0,5 millimetri alle palpebre, la zona dov’è più sottile, a 3-6 millimetri nelle regioni palmo- plantari, dove è presente uno strato accessorio di rinforzo che si ispessisce se sollecitato da lavori manuali o dal camminare a piedi scalzi.

– Perché la pelle si rinnova continuamente

La pelle si divide in tre strati: epidermide, derma e ipoderma. Lo strato epidermico, il più superficiale, si rinnova completamente ogni 4 settimane. A questo apparato appartengono anche le strutture cornee, come peli, capelli e unghie, e i milioni di ghiandole sudoripare e sebacee.

– Perché la pelle “sente”

La pelle è riccamente vascolarizzata da vasi sanguigni e linfatici ed è abbondantemente innervata. Sono presenti recettori tattili, pressori e terminazioni nervose libere. Queste ultime vengono utilizzate anche come sensori del dolore e per la percezione del caldo e del freddo.

– Perché la pelle e il sistema nervoso sono gemelli dalla nascita

Coscienza, percezione e memoria sono funzioni superiori dell’essere umano che da sempre affascinano gli studiosi e i ricercatori di tutto il mondo. Che parta da un approccio medico-scientifico o psicologico o spirituale, nessuno è esente da questo irresistibile richiamo. Un fattore, però, è chiaro a tutti, al di là di qualsiasi concezione ideologica o religiosa, ovvero che l’espressione della personalità, dei pensieri, delle speranze, dei desideri, delle emozioni, è funzione del sistema nervoso.

Che il corpo sia visto come tempio dell’anima, plasmato da un’energia intelligente, o come una macchina straordinaria, scaturita dall’evoluzione, tutti possiamo concordare sul fatto che sia fornito di un hardware eccezionale, rappresentato dal sistema nervoso e dal cervello. Attraverso questo hardware sperimentiamo la nostra individualità e interagiamo con il mondo circostante.

Il sistema nervoso è la sede fisica dell’assunzione, elaborazione e trasmissione delle informazioni ed è il sistema di regolazione delle funzioni corporee. Esso controlla tutte le funzioni rapide che riguardano distretti corporei ben delimitati e che si sviluppano come reazioni agli influssi ambientali. Le reazioni del sistema nervoso possono essere apprese e modificate grazie all’esperienza.

Similmente a un prodigioso computer, il sistema nervoso possiede sensori (organi di senso), numerose porte d’accesso (afferenze) e porte d’uscita (efferenze), e una serie di piccoli computer secondari (segmenti midollari) collegati al calcolatore centrale (encefalo). Ma il parallelo è imperfetto, perché le funzioni superiori, quali coscienza, personalità e volontà, si sottraggono a tale modello: nessun computer sarà mai in grado di creare attività così sofisticate.

A questo punto, la domanda: che cosa c’entra il sistema nervoso con la pelle?

La risposta è semplice: perché la pelle e il sistema nervoso, nell’embrione, originano entrambi dall’ectoderma, ovvero da cellule madri identiche.

Pelle e cervello sono dunque strettamente collegati e da ciò è facile dedurre l’enorme importanza che la pelle e il tatto rivestono non soltanto per la nostra componente biologica, ma anche per quella psicologica ed emotiva.

Il senso associato alla pelle, il tatto, è il primo a manifestarsi fin dalle fasi più precoci dello sviluppo prenatale. Inoltre, avendo il medesimo substrato biologico, la pelle e il sistema nervoso mantengono profondi rapporti di interconnessione anche dopo la nascita. È proprio attraverso le stimolazioni tattili che i bambini acquisiscono la percezione della propria identità corporea, base per la costituzione di una personalità autonoma e per un sano sviluppo fisico, emotivo e comportamentale.

La pelle manda continuamente messaggi alla corteccia cerebrale e questa massa di informazioni gioca un ruolo fondamentale nel concetto che abbiamo di noi stessi e nella capacità di essere ciò che siamo. La pelle, dunque, rappresenta una barriera tra il corpo e il mondo esterno e allo stesso tempo è un mezzo di comunicazione tra essi.

ECCO PERCHÉ LA DERMORIFLESSOLOGIA USA LA PELLE!

Antica saggezza pagana

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Se si comprende correttamente l’antica cultura pagana, si vede dappertutto che contiene grandi e sublimi saggezze, che scandagliano a fondo la natura delle cose […] questa antica saggezza pagana era qualcosa che dava veramente all’uomo la sensazione di essere pienamente inserito nel cosmo. L’uomo che si trovava allora sulla Terra non si sentiva composto soltanto dalle sostanze e dalle forze che esistono al di fuori di lui nella vita terrena, nel regno minerale, in quello animale e vegetale. L’uomo sentiva agire dentro di sé anche le forze che orbitavano nelle stelle, nei soli, ecc. L’uomo si sentiva membro dell’intero universo, non sentiva solo in astratto di essere un’immagine del cosmo, ma dalle sue scuole misteriche riceveva le indicazioni su come doveva procedere nell’agire, nel suo modo di comportarsi, in armonia con il corso delle stelle. L’antica saggezza degli astri non era affatto quell’astrologia di puro calcolo di cui si vantano gli uomini d’oggi, ma era invece qualcosa che i capi degli antichi misteri pagani concepivano in modo che da questi misteri potessero emanare veri impulsi per l’agire, per il comportamento del singolo individuo.

Rudolf Steiner, dalla conferenza a Dornach, 1 novembre 1919

Raccontami un sogno – Quando i nodi vengono al pettine

Continua l’interpretazione dei vostri sogni insieme a Flavio Gandini, Patrizia Ravazzolo e Gianluca Dell’Oro. In questa occasione ci confrontiamo con le ferite del passato che chiedono di essere sanate per poter vivere liberamente il presente, vediamo come i sogni ci possono rappresentare i cosiddetti “nodi che vengono al pettine” e interpretiamo i messaggi conflittuali tra la personalità e l’anima.

Apocalisse, zombi, gironi danteschi e vie di risalita

Continua l’interpretazione dei vostri sogni.

Questa volta viaggiamo tra gironi danteschi, zombi, scenari apocalittici e vie di risalita, insieme a Flavio Gandini, Patrizia Ravazzolo e Gianluca Dell’Oro.

Sarà una puntatona!

domenica 6 ottobre 2024 – ore 11.15

Il Ragioniere dell’Apocalisse

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di Samantha Fumagalli

Era una notte buia e tempestosa…

Potrebbe iniziare così, questa storia, perché davvero infuria la tempesta. D’altronde, è l’Apocalisse.

Il vento spazza via tutto. L’acqua trascina, inonda, sommerge. Il cielo è nero e si fatica a distinguere i contorni delle cose e delle persone. E la gente è confusa, molto confusa.

In mezzo a questo delirio, c’è lui, il Ragioniere dell’Apocalisse che, come un Noè 2.0, raccoglie le cose e cerca di salvare il salvabile. Lo fa con metodo scientifico, perché a dispetto del nome, è laureato, colto, intelligente. Lui sa, e sa ragionare. E cerca di fare ragionare gli altri, quelli che, in mezzo alla tempesta, hanno perso l’orientamento e i loro vecchi credo.

Come un moderno Noè, lui fa entrare nella sua Arca le verità da salvare, i principi, le conoscenze, la Storia, il metodo. È convinto che ognuno di quei pezzi sia una Verità da mettere in salvo dal caos imperversante, dal turbinio di falsità, di dubbi, di confusione.

Ma a differenza dell’antico Noè, al Ragioniere dell’Apocalisse nessun Dio non ha detto di salvare gli animali a coppie. E così il Ragioniere dell’Apocalisse cerca di salvare esemplari singoli, ignaro del messaggio di Dio, che racchiudeva l’unica grande Verità: la coppia. La coppia è il simbolo della convivenza di due polarità. Due verità minori, opposte e complementari, che formano la Verità.

Periodicamente il Creato si incarica di ribaltare tutto, per dimostrare all’essere umano che nessuna metà è vera, nessuna metà ha ragione, nessuna metà esiste senza l’altra. E forse, domani, il bianco sarà nero e il nero sarà bianco, e quello che si considera luce sarà buio e ciò che si ritiene oscurità sarà luminosità. Ma poco importa, perché la Verità ci sarà ancora, ci sarà sempre.

Quindi il nostro eroe, il Ragioniere dell’Apocalisse, sta sbagliando?

No, il suo è un compito arduo, ingrato forse, ma necessario. Qualcuno si lascia sbatacchiare di qua e di là dalla tempesta; qualcun altro, come il nostro Ragioniere, cerca di salvare le cose in volo; un altro ancora segue l’esempio della bufera e getta tutto all’aria, aspettando di vedere cosa sopravvive all’impatto con il suolo, quando il grande caos si sarà placato. Nessuno fa bene o male, nessuno ha ragione. La Vita è un’esperienza e ognuno deve viverla a modo proprio.

L’Apocalisse finirà e ognuno, poi, valuterà se gli è piaciuto il proprio modo di viverla, cosa ha imparato, come si è trasformato, se si è trasformato.

Questo è un racconto con il finale aperto.

Buona Vita e felice ottobre!