L’influsso degli astri

Sappiamo tutti che il moto di rivoluzione della Terra attorno al Sole scandisce i cicli stagionali e che il moto di rotazione determina l’alternarsi del giorno e della notte, ma la funzione di quest’astro si spinge ben oltre. L’energia solare, che penetra nella biosfera, mantiene ogni forma di vita presente sulla terra e ne influenza la vitalità. La sua luce, penetrando attraverso l’occhio umano, regola l’orologio biologico interno, stabilendo i ritmi circadiani endogeni e i processi fisiologici come il sonno e la fame. La quantità di irraggiamento solare, che raggiunge il suolo terrestre, svolge un’azione significativa anche sulle malattie stagionali, tant’è che nelle zone temperate degli emisferi Nord e Sud del mondo le influenze si sviluppano nei periodi invernali e autunnali, mentre nella fascia equatoriale sono sempre presenti, seppure con intensità ridotta. È inoltre provato, empiricamente e scientificamente, che l’energia solare influenza la nostra salute e il nostro umore.

Non è casuale, dunque, che l’astrologia abbia attribuito un’importanza centrale a quest’astro, tanto da conferirgli l’identificazione del nostro Io vitale e della nostra personalità manifesta.

Come il Sole, in astronomia, è al centro del nostro Sistema solare e con la sua forza gravitazionale tiene legati i pianeti al loro corso, così il Sole, in astrologia, è il centro di gravità della personalità umana e costituisce il punto focale di coordinamento degli influssi di tutti gli altri pianeti.

Il SOLE corrisponde alla formazione dell’ego, alla sensazione di essere una persona distinta dalle altre e ci fornisce l’imprinting sull’interpretazione soggettiva del mondo e il focus organizzativo della capacità di scegliere e agire in modo positivo.

La Terra impiega un anno a compiere un giro completo attorno al Sole e quindi l’astro soggiorna circa un mese in ognuno dei dodici segni astrologici, scandendo la nostra vita in un meraviglioso racconto, che parla di stagioni, di fioriture e avvizzimenti, di lavori ed esperienze da trasformare in insegnamenti, di dolcezze e rigori elargiti della natura.

Anche la Luna esercita un’azione importante sulla Terra. La scienza ha dimostrato che il nostro satellite influisce a livello gravitazionale, dove è responsabile di causare vere e proprie maree atmosferiche, che agiscono sia sugli oceani sia sulla deformazione terrestre. Le fasi lunari, inoltre, influenzano la vegetazione, i cicli riproduttivi e lo stato emotivo degli esseri viventi. E, proprio in virtù delle sue caratteristiche, in astrologia la Luna identifica la sensibilità emotiva.

La LUNA è la capacità di sentire e di rispondere emotivamente alla vita. Rappresenta l’anima, quel soffio vitale che risponde alla vita e si gode intensamente ogni singolo istante, sia esso di entusiasmante amore o di terrificante paura.

Se il Sole-ego è l’unico che può permetterci di plasmare il nostro mondo, è soltanto la Luna-anima che può farci splendere gli occhi davanti a tutte le manifestazioni del Creato, incluse le nostre e le altrui creazioni.

(prima parte – continua)

Samantha Fumagalli

L’uomo è davvero in cima alla piramide evolutiva?

Vorrei partire da una citazione di Elli Radinger tratta dal libro “La saggezza dei lupi” per una riflessione sulla vera o presunta evoluzione del genere umano.

“I lupi soffrono. Quando un membro del branco muore o scompare lo cercano, sono irritati, un po’ aggressivi, ululano a lungo per lamentarsi. Prima o poi, però, si scuotono, reagiscono e continuano la loro vita. Ne seguono il ritmo naturale, cacciano, mangiano, si riproducono e si occupano del branco. Fanno come tutti gli esseri viventi nella natura: celebrano il qui e ora.
Solo noi uomini sembriamo avere perso questa capacità. Pensiamo continuamente al futuro oppure ci nascondiamo nel passato.
Se solo riuscissimo a vivere di più nel presente!”

L’umanità è convinta di essere in cima alla catena evolutiva, ma non è neanche in cima a quella alimentare.

La piramide alimentare identifica i superpredatori come quei predatori che, in età adulta e nel loro ambiente naturale, non temono nessun’altra specie.

In generale, una specie di superpredatori si trova all’estremità di una lunga catena alimentare in cui gioca un ruolo cruciale nella regolazione degli equilibri dell’ecosistema.

Il lupo, per esempio, si posiziona tra i superpredatori, ma non tanto per il suo essere un forte predatore, quanto per il lavoro di squadra, che è la sua vera arma.

L’uomo, contrariamente a quanto si crede, non è un superpredatore, avendo un livello più simile a quello dei maiali e delle acciughe. La sua forza, se di forza si può parlare, sta nello sviluppo di piani di alimentazioni supportati dalla tecnologia (agricoltura e allevamento intensivi, eccetera), ma sta perdendo il senso del lavoro di squadra, sta perdendo il senso della comunità, della socialità, della solidarietà.

L’UOMO STA PERDENDO LA PARTE ANIMICA, CHE HA IN COMUNE CON GLI ANIMALI.

Con esagerata presunzione, gli uomini credono di essere i soli a provare emozioni e sentimenti e di essere gli unici capaci di ragionamento, ma non è affatto così. Gli animali, oltre che dotati di un ricco e vitale patrimonio istintivo, sono in grado di provare sentimenti, di imparare, di comunicare, di pensare e di creare.

Ciò che dovrebbe distinguere l’uomo è ben altro. Sono la facoltà dell’autocoscienza, il libero arbitrio e la possibilità di evolvere sul piano spirituale, del pensiero filosofico, della creatività (intesa anche come ricerca del bello e dell’armonia).

Se gli uomini vogliono davvero dare un senso alla loro esistenza, dovrebbero recuperare la saggezza del mondo animale, imparando ad accettare le cose che non possono essere cambiate, tornando a gioire dell’esperienza terrena, e poi occuparsi di sviluppare al meglio le potenzialità sociali e le qualità spirituali. Altrimenti si può parlare soltanto di involuzione. E, purtroppo, direi che ne vediamo troppi esempi nel mondo contemporaneo.

Per fortuna, però, ci sono anche molti esseri umani che hanno preso una direzione autenticamente e spiritualmente evolutiva e stanno usando l’attuale crisi mondiale come germoglio di una nuova era.