Consiglio vivamente l’ascolto di OROSCOPO 2024 Previsioni per la nuova era di Samantha Fumagalli
È stato interessantissimo ascoltare le dissertazioni astrologiche di Samantha su questo 2024 che inaugura a tutti gli effetti la nuova Era dell’Acquario. Confesso che è stato un viaggio intrigante, ricco di contenuti e rivelazioni. E mi ha fornito molte chiavi di lettura su ciò che sta accadendo in Italia e nel mondo da alcuni anni e su quello che accadrà nel 2024 e a seguire. Alcuni paralleli storici mi hanno spalancato le porte della comprensione e il mito di Ganimede mi ha dato spunti per immaginare un probabile futuro sia per la Terra sia per ciò che riguarda la dimensione spirituale e le sue “gerarchie”. Interessante anche l’interpretazione del Cristo nell’Era dei Pesci e del suo dono all’umanità, un dono che adesso viene raccolto dall’Era dell’Acquario, o meglio dall’umanità e che no va sprecato! Infine, ho trovato bellissimo il parallelo con la mitologia norrena. Insomma, secondo me, da non perdere!
Ha davvero senso indignarsi davanti a
una rappresentazione teatrale?
Il teatro è finzione, si mette in
scena una storia, un’interpretazione. L’opera può essere una
tragedia o una commedia, ma mai si pretende che sia vera, imparziale,
oggettiva.
Perché parlo di teatro e di
indignazione? Sono forse impazzita?
No, almeno non credo.
Ne parlo perché tutto quello che
stiamo vivendo e vedendo negli ultimi anni sta spalancando gli occhi
di chi credeva in una realtà illusoria.
Si vive in un mondo creato da chi
detiene il potere sugli altri.
Ci si muove sulla piattaforma di un
gioco deciso da pochi. Da un élite che ha venduto una
rappresentazione teatrale come fosse la realtà, che ha disegnato
credenze false, accettate dai più come vere.
Qualche esempio?
L’idea dello Stato come ente
territoriale sovrano.
L’idea di Repubblica come cosa
pubblica.
L’idea di Diritti umani inalienabili.
L’idea di un sistema di informazione
che informi la gente.
L’idea di vari Premi (Nobel, letterari,
eccetera) assegnati per merito e in modo imparziale.
Il mito del self-made man come sogno
liberale.
L’idea di una Legge uguale per tutti.
Mi fermo, ma potrei riempire un rotolo
maxi di carta igienica…
Sono tutte idee create per far credere
alla rappresentazione in atto e avere attori e comparse disposti a
recitare inconsapevolmente un copione scelto da altri.
La farsa sta dimostrando il suo vero
volto ogni giorno che passa e non c’è bisogno che io faccia una
carrellata per dire dove e quando e come. Chi ha occhi per vedere, ha
già visto.
Un’ultima dimostrazione, che il re è
nudo, ci arriva dall’ennesimo atto discriminatorio nel confronti di
Adania Shibli, scrittrice palestinese, che vive tra Cisgiordania e
Inghilterra.
Pluripremiata e acclamata dalla
critica, finché il suo nome faceva gioco a certi interessi politici,
si vede ora negare il premio LiBeraturpreis 2023 alla Fiera del Libro
di Francoforte per il suo libro “Un dettaglio minore”. Motivo?
Ovviamente le sue origini palestinesi e la guerra in Israele (il
romanzo racconta di una ragazza palestinese catturata dai soldati
israeliani durante l’estate del 1949).
Dopo gli autori russi, ecco il turno di
quelli palestinesi.
Cosa deve succedere ancora per capire
che hanno sempre venduto illusioni?
Non ci si illuda, ancora una volta, che
il nuovo scenario e il nuovo copione saranno diversi.
Adesso è in corso una guerra mondiale
per decidere quali saranno i nuovi autori e registi, ma sempre di
teatro si tratterà.
In questi pochi anni di Apocalisse, i
veli cadono e chi vuole può vedere, ma alla fine, siatene certi,
verrà allestito un nuovo palcoscenico e per chi ha perso l’occasione
di vedere non ci sarà una nuova chance.
“QUELLO CHE IL BRUCO CHIAMA FINE DEL MONDO, IL RESTO DEL MONDO LO CHIAMA FARFALLA” Lao Tzu
Gli ultimi anni hanno messo in luce una realtà che non incontra il favore di tutti, una realtà dove un “sistema organizzato” sta manovrando pesantemente per attuare cambiamenti sociali, culturali, economici, politici e tecnologici, che coinvolgono la vita di tutti i cittadini. Alcuni individui erano già abbastanza preparati a questa “fine di un mondo”, perché avevano creato una propria vita fuori dal “sistema” e hanno, pertanto, potuto rispondere velocemente sia dal punto di vista psicologico sia dal punto di vista pratico. Altri, invece, sono stati travolti dagli eventi e da una serie di emozioni molto forti che li hanno costretti a decidere se aderire alla guida del “sistema” oppure resistere.
Chi ha scelto di resistere, lo ha fatto per rivendicare la propria libertà, l’autodeterminazione, la volontà di vivere secondo principi umani e spirituali al posto che secondo criteri disumani e tecnocratici. Molti di questi individui, non preparati a questa “fine di un mondo”, si sono trovati allo sbando.
I problemi emersi sono molti e diversi: la famiglia, il lavoro, i figli, le relazioni… Qualcuno ha perso il lavoro oppure, pur conservandolo tra mille peripezie, oggi vorrebbe cambiarlo, perché non lo sente più adatto a sé e perché si sente esposto ai ricatti del potere. Alcuni hanno intrapreso tentativi di strade alternative per l’educazione del figli. Moltissimi non si riconoscono più nella società, si guardano attorno e si sentono alieni in una terra straniera e ostile.
La realtà, però, è più rosea di quel che sembra. Ogni “fine di un mondo” prepara l’inizio di un mondo nuovo. Sta a chi ha scelto di resistere il compito di creare la nuova realtà sulla base di principi di umanità e spiritualità. Per chi vuole e accetta di cogliere questa occasione, si apre una splendida avventura.
La domanda che molti si fanno, a questo punto, è: costruire dentro al “sistema” o fuori dal “sistema”? Bene, siamo sinceri, operare all’interno del sistema è una scelta fallimentare. Il sistema è organizzato da tempo immemore, è esperto nel proprio gioco, ha strumenti pressoché infiniti e, cosa ancor più importante, ha deciso sia gioco sia il territorio sia le regole. In una parola: questa è la loro guerra.
Davvero vogliamo sprecare il nostro tempo in una guerra che non ci appartiene? Non sarebbe più saggio (e anche più divertente) creare qualcosa di nuovo, fuori dagli schemi, liberi da un’ingerenza che ci farebbe soltanto disperdere energie? Per chi lo vuole, la “fine del mondo” è già stata, ora si tratta di diventare farfalla!
Gli strumenti, psicologici e pratici, ci sono. Ne parleremo nei prossimi giorni e nelle prossime settimane…
Il primo è Pestilenza, con il cavallo bianco e l’arco, simboli della malattia. Il secondo è Guerra, con il cavallo rosso e la spada, simboli della lotta armata e del sangue. Il terzo è Carestia, con il cavallo nero e la bilancia, simboli della mancanza di cibo e della disuguaglianza, i poveri dovranno pagare molto il loro cibo, mentre i ricchi prospereranno. Il quarto è Morte, con il cavallo verde (o pallido) e le sembianze di uno scheletro. L’Apocalisse non è una macabra profezia, ma qualcosa che è stato, che è e che sarà, finché l’umanità non sconfiggerà le piaghe che ha nell’anima. E Apocalisse non significa la fine del mondo, ma letteralmente “rivelazione”, ovvero, nell’avvicendarsi dei poteri umani e spirituali (come in alto così in basso) cadono i veli e l’umanità (quella che vuole) può finalmente “vedere”… giusto il tempo che nuovi veli vengano riposizionati dai nuovi poteri… E la Storia continua…
“Nell’Apocalisse l’angelo giura che il tempo non esisterà più. È molto giusto, preciso, esatto. Quando tutto l’uomo raggiungerà la felicità, il tempo non esisterà più, perché non ce ne sarà più bisogno. È un’idea giustissima. Dove lo nasconderanno? Non lo nasconderanno in nessun posto. Il tempo non è un oggetto, è un’idea. Si spegnerà nella mente”. Fëdor Dostoevskij