Tutti a bordo della nave Argo per questa avventura esoterica!
La lettura esoterica dei tempi attuali: un’epoca di Apocalisse astrologica che si riflette sulla Terra, generando grande scompiglio, ma anche un’epoca che ci offre un’opportunità unica. Straordinaria.
Spero di offrire nuovi spunti e, pur nella drammaticità del momento, una fiaccola di speranza.
Questa volta viaggiamo tra gironi danteschi, zombi, scenari apocalittici e vie di risalita, insieme a Flavio Gandini, Patrizia Ravazzolo e Gianluca Dell’Oro.
Potrebbe iniziare così, questa storia,
perché davvero infuria la tempesta. D’altronde, è l’Apocalisse.
Il vento spazza via tutto. L’acqua
trascina, inonda, sommerge. Il cielo è nero e si fatica a
distinguere i contorni delle cose e delle persone. E la gente è
confusa, molto confusa.
In mezzo a questo delirio, c’è lui, il
Ragioniere dell’Apocalisse che, come un Noè 2.0, raccoglie le cose e
cerca di salvare il salvabile. Lo fa con metodo scientifico, perché
a dispetto del nome, è laureato, colto, intelligente. Lui sa, e sa
ragionare. E cerca di fare ragionare gli altri, quelli che, in mezzo
alla tempesta, hanno perso l’orientamento e i loro vecchi credo.
Come un moderno Noè, lui fa entrare
nella sua Arca le verità da salvare, i principi, le conoscenze, la
Storia, il metodo. È convinto che ognuno di quei pezzi sia una
Verità da mettere in salvo dal caos imperversante, dal turbinio di
falsità, di dubbi, di confusione.
Ma a differenza dell’antico Noè, al
Ragioniere dell’Apocalisse nessun Dio non ha detto di salvare gli
animali a coppie. E così il Ragioniere dell’Apocalisse cerca di
salvare esemplari singoli, ignaro del messaggio di Dio, che
racchiudeva l’unica grande Verità: la coppia. La coppia è il
simbolo della convivenza di due polarità. Due verità minori,
opposte e complementari, che formano la Verità.
Periodicamente il Creato si incarica di
ribaltare tutto, per dimostrare all’essere umano che nessuna metà è
vera, nessuna metà ha ragione, nessuna metà esiste senza l’altra. E
forse, domani, il bianco sarà nero e il nero sarà bianco, e quello
che si considera luce sarà buio e ciò che si ritiene oscurità sarà
luminosità. Ma poco importa, perché la Verità ci sarà ancora, ci
sarà sempre.
Quindi il nostro eroe, il Ragioniere
dell’Apocalisse, sta sbagliando?
No, il suo è un compito arduo, ingrato
forse, ma necessario. Qualcuno si lascia sbatacchiare di qua e di là
dalla tempesta; qualcun altro, come il nostro Ragioniere, cerca di
salvare le cose in volo; un altro ancora segue l’esempio della bufera
e getta tutto all’aria, aspettando di vedere cosa sopravvive
all’impatto con il suolo, quando il grande caos si sarà placato.
Nessuno fa bene o male, nessuno ha ragione. La Vita è un’esperienza
e ognuno deve viverla a modo proprio.
L’Apocalisse finirà e ognuno, poi,
valuterà se gli è piaciuto il proprio modo di viverla, cosa ha
imparato, come si è trasformato, se si è trasformato.
Che sia in atto un cambio epocale è
fuori discussione, che sia in lavorazione da decenni un nuovo ordine
mondiale anche. Che la gente lo riesca a capire nelle debite
proporzione è un po’ meno fuori di discussione.
Tra chi crede a tutto ciò che propina
il mainstream (senza farsi domande e senza peraltro capire nulla o
quasi) e chi crede di avere capito tutto (e ha smesso di farsi
domande e insieme di nutrire speranze), ci sono molte sfumature, ma
tutte mi appaiono molto confuse e poco veritiere.
Credere che tutti (nazioni, leader,
progetti) siano uguali e che stiano procedendo verso un unico
obiettivo è irrealistico, ma lo è anche credere che ci siano buoni
e cattivi, demoni e salvatori.
Non c’è un’unica meta mondiale come
non c’è una parte che vuole sterminare l’umanità e un’altra che la
vuole salvare.
C’è, e questo è vero, uno sviluppo
tecnologico (esteso su più fronti) che pone nuovi strumenti nelle
mani di chi comanda, e ci sono diverse possibilità di usare questo
sviluppo.
C’è, e anche questo è vero, un
importante sviluppo socioeconomico in alcune aree del mondo che
richiede di prenderne atto e di trovare nuovi assetti internazionali.
Semplificando al massimo, questi due
fattori creano un ventaglio di problematiche e di opportunità che
stanno mettendo in crisi le vecchie strutture.
Se cambiamo nome alle insegne della
propaganda occidentale, come per esempio il “cambiamento
climatico”, la “transizione green”, le varie “autonomie
energetiche”, eccetera, scopriamo che c’è del vero nella necessità
di diversificare le fonti energetiche e il loro approvvigionamento.
Il mondo diviso in un piccolo occidente
collettivo, ricco e dispendioso, e un sud esteso, povero e sfruttato,
non esiste più. Gli equilibri stanno cambiando rapidamente e
impongono nuove strutture organizzative.
Quando tutto il mondo, o quasi, sarà
benestante, in crescita, in evoluzione, elettrificato, riscaldato e
refrigerato artificialmente, industrializzato e permeato da strutture
e reti informatiche avanzate (compresa l’impropriamente chiamata
intelligenza artificiale), l’umanità sarà enormemente più
energivora e questo impone un ripensamento su larga scala. Il
problema è che mentono spudoratamente al posto che raccontarci
questa ricerca di nuovi assetti.
Non vado oltre, per non fare un
post-rotolone-regina, ma vedo tanta confusione, troppe illusioni,
poca verità e pochissime lucide speranze costruttive (di cui ci
sarebbe un gran bisogno) e mi piacerebbe che ogni tanto si spegnesse
la voce e si accendesse il pensiero. Un pensiero calmo, silenzioso,
cosciente, ricettivo. Per vedere al di là delle apparenze e, magari,
iniziare a scorgere le connessioni metafisiche di questa
straordinaria epoca.
Sì, straordinaria. Davvero più di quanto si possa immaginare.
Consiglio vivamente l’ascolto di OROSCOPO 2024 Previsioni per la nuova era di Samantha Fumagalli
È stato interessantissimo ascoltare le dissertazioni astrologiche di Samantha su questo 2024 che inaugura a tutti gli effetti la nuova Era dell’Acquario. Confesso che è stato un viaggio intrigante, ricco di contenuti e rivelazioni. E mi ha fornito molte chiavi di lettura su ciò che sta accadendo in Italia e nel mondo da alcuni anni e su quello che accadrà nel 2024 e a seguire. Alcuni paralleli storici mi hanno spalancato le porte della comprensione e il mito di Ganimede mi ha dato spunti per immaginare un probabile futuro sia per la Terra sia per ciò che riguarda la dimensione spirituale e le sue “gerarchie”. Interessante anche l’interpretazione del Cristo nell’Era dei Pesci e del suo dono all’umanità, un dono che adesso viene raccolto dall’Era dell’Acquario, o meglio dall’umanità e che no va sprecato! Infine, ho trovato bellissimo il parallelo con la mitologia norrena. Insomma, secondo me, da non perdere!
Ha davvero senso indignarsi davanti a
una rappresentazione teatrale?
Il teatro è finzione, si mette in
scena una storia, un’interpretazione. L’opera può essere una
tragedia o una commedia, ma mai si pretende che sia vera, imparziale,
oggettiva.
Perché parlo di teatro e di
indignazione? Sono forse impazzita?
No, almeno non credo.
Ne parlo perché tutto quello che
stiamo vivendo e vedendo negli ultimi anni sta spalancando gli occhi
di chi credeva in una realtà illusoria.
Si vive in un mondo creato da chi
detiene il potere sugli altri.
Ci si muove sulla piattaforma di un
gioco deciso da pochi. Da un élite che ha venduto una
rappresentazione teatrale come fosse la realtà, che ha disegnato
credenze false, accettate dai più come vere.
Qualche esempio?
L’idea dello Stato come ente
territoriale sovrano.
L’idea di Repubblica come cosa
pubblica.
L’idea di Diritti umani inalienabili.
L’idea di un sistema di informazione
che informi la gente.
L’idea di vari Premi (Nobel, letterari,
eccetera) assegnati per merito e in modo imparziale.
Il mito del self-made man come sogno
liberale.
L’idea di una Legge uguale per tutti.
Mi fermo, ma potrei riempire un rotolo
maxi di carta igienica…
Sono tutte idee create per far credere
alla rappresentazione in atto e avere attori e comparse disposti a
recitare inconsapevolmente un copione scelto da altri.
La farsa sta dimostrando il suo vero
volto ogni giorno che passa e non c’è bisogno che io faccia una
carrellata per dire dove e quando e come. Chi ha occhi per vedere, ha
già visto.
Un’ultima dimostrazione, che il re è
nudo, ci arriva dall’ennesimo atto discriminatorio nel confronti di
Adania Shibli, scrittrice palestinese, che vive tra Cisgiordania e
Inghilterra.
Pluripremiata e acclamata dalla
critica, finché il suo nome faceva gioco a certi interessi politici,
si vede ora negare il premio LiBeraturpreis 2023 alla Fiera del Libro
di Francoforte per il suo libro “Un dettaglio minore”. Motivo?
Ovviamente le sue origini palestinesi e la guerra in Israele (il
romanzo racconta di una ragazza palestinese catturata dai soldati
israeliani durante l’estate del 1949).
Dopo gli autori russi, ecco il turno di
quelli palestinesi.
Cosa deve succedere ancora per capire
che hanno sempre venduto illusioni?
Non ci si illuda, ancora una volta, che
il nuovo scenario e il nuovo copione saranno diversi.
Adesso è in corso una guerra mondiale
per decidere quali saranno i nuovi autori e registi, ma sempre di
teatro si tratterà.
In questi pochi anni di Apocalisse, i
veli cadono e chi vuole può vedere, ma alla fine, siatene certi,
verrà allestito un nuovo palcoscenico e per chi ha perso l’occasione
di vedere non ci sarà una nuova chance.
“QUELLO CHE IL BRUCO CHIAMA FINE DEL MONDO, IL RESTO DEL MONDO LO CHIAMA FARFALLA” Lao Tzu
Gli ultimi anni hanno messo in luce una realtà che non incontra il favore di tutti, una realtà dove un “sistema organizzato” sta manovrando pesantemente per attuare cambiamenti sociali, culturali, economici, politici e tecnologici, che coinvolgono la vita di tutti i cittadini. Alcuni individui erano già abbastanza preparati a questa “fine di un mondo”, perché avevano creato una propria vita fuori dal “sistema” e hanno, pertanto, potuto rispondere velocemente sia dal punto di vista psicologico sia dal punto di vista pratico. Altri, invece, sono stati travolti dagli eventi e da una serie di emozioni molto forti che li hanno costretti a decidere se aderire alla guida del “sistema” oppure resistere.
Chi ha scelto di resistere, lo ha fatto per rivendicare la propria libertà, l’autodeterminazione, la volontà di vivere secondo principi umani e spirituali al posto che secondo criteri disumani e tecnocratici. Molti di questi individui, non preparati a questa “fine di un mondo”, si sono trovati allo sbando.
I problemi emersi sono molti e diversi: la famiglia, il lavoro, i figli, le relazioni… Qualcuno ha perso il lavoro oppure, pur conservandolo tra mille peripezie, oggi vorrebbe cambiarlo, perché non lo sente più adatto a sé e perché si sente esposto ai ricatti del potere. Alcuni hanno intrapreso tentativi di strade alternative per l’educazione del figli. Moltissimi non si riconoscono più nella società, si guardano attorno e si sentono alieni in una terra straniera e ostile.
La realtà, però, è più rosea di quel che sembra. Ogni “fine di un mondo” prepara l’inizio di un mondo nuovo. Sta a chi ha scelto di resistere il compito di creare la nuova realtà sulla base di principi di umanità e spiritualità. Per chi vuole e accetta di cogliere questa occasione, si apre una splendida avventura.
La domanda che molti si fanno, a questo punto, è: costruire dentro al “sistema” o fuori dal “sistema”? Bene, siamo sinceri, operare all’interno del sistema è una scelta fallimentare. Il sistema è organizzato da tempo immemore, è esperto nel proprio gioco, ha strumenti pressoché infiniti e, cosa ancor più importante, ha deciso sia gioco sia il territorio sia le regole. In una parola: questa è la loro guerra.
Davvero vogliamo sprecare il nostro tempo in una guerra che non ci appartiene? Non sarebbe più saggio (e anche più divertente) creare qualcosa di nuovo, fuori dagli schemi, liberi da un’ingerenza che ci farebbe soltanto disperdere energie? Per chi lo vuole, la “fine del mondo” è già stata, ora si tratta di diventare farfalla!
Gli strumenti, psicologici e pratici, ci sono. Ne parleremo nei prossimi giorni e nelle prossime settimane…
Il primo è Pestilenza, con il cavallo bianco e l’arco, simboli della malattia. Il secondo è Guerra, con il cavallo rosso e la spada, simboli della lotta armata e del sangue. Il terzo è Carestia, con il cavallo nero e la bilancia, simboli della mancanza di cibo e della disuguaglianza, i poveri dovranno pagare molto il loro cibo, mentre i ricchi prospereranno. Il quarto è Morte, con il cavallo verde (o pallido) e le sembianze di uno scheletro. L’Apocalisse non è una macabra profezia, ma qualcosa che è stato, che è e che sarà, finché l’umanità non sconfiggerà le piaghe che ha nell’anima. E Apocalisse non significa la fine del mondo, ma letteralmente “rivelazione”, ovvero, nell’avvicendarsi dei poteri umani e spirituali (come in alto così in basso) cadono i veli e l’umanità (quella che vuole) può finalmente “vedere”… giusto il tempo che nuovi veli vengano riposizionati dai nuovi poteri… E la Storia continua…
“Nell’Apocalisse l’angelo giura che il tempo non esisterà più. È molto giusto, preciso, esatto. Quando tutto l’uomo raggiungerà la felicità, il tempo non esisterà più, perché non ce ne sarà più bisogno. È un’idea giustissima. Dove lo nasconderanno? Non lo nasconderanno in nessun posto. Il tempo non è un oggetto, è un’idea. Si spegnerà nella mente”. Fëdor Dostoevskij