Audio – L’anima svelata

“Il pensiero che guarisce” è la tesi di laurea del celebre professor Giuseppe Calligaris, medico chirurgo specializzato in neurologia e psichiatria, docente e ricercatore universitario.

Le sue scoperte lo collocano a buon titolo tra i più geniali medici dell’anima.

Egli, infatti, individuò linee e placche sulla pelle dell’uomo, che mettono in relazione il corpo e lo spirito, la fisiologia e la psicologia.

Nella sua rivoluzionaria tesi di laurea, Calligaris mostra come il pensiero agisca sul corpo, anticipando di svariati decenni le più recenti scoperte.

I suoi studi si sono sviluppati fino ad approdare all’odierna Dermoriflessologia® (ideata da Samantha Fumagalli e Flavio Gandini), disciplina olistica per il riequilibrio psicofisico e l’incremento delle facoltà latenti, che usa la pelle come specchio dell’anima e del corpo.

Da Calligaris alla Dermoriflessologia

Giuseppe Calligaris è stato l’uomo che ha sollevato il fitto velo che celava le rappresentazioni fisiche dello spirito e dalle percezioni sensoriali dell’anima. Egli ha scoperto nella pelle dell’uomo l’organo di confine tra il corpo fisico e i corpi sottili, tra il mondo materiale e i mondi metafisici. E la pelle gli ha confidato molti segreti, consentendogli di individuare su di essa particolarissimi canali energetici utili per la cura dell’uomo e per la scoperta delle sue facoltà latenti.
Calligaris, grazie alla sua intuizione e a un’incredibile dedizione, ha dato origine a una conoscenza stupenda, che merita di proseguire. Conoscenza che finalmente ha trovato nella Dermoriflessologia® (Gandini – Fumagalli) la giusta strada per allargare i propri orizzonti.

È per inquadrare più precisamente le circostanze nelle quali le principali scoperte sono state fatte che abbiamo ritenuto fondamentale riprendere, anche se sommariamente, la biografia di quest’uomo straordinario, soffermandoci in modo particolare sulle tappe che hanno segnato i punti cruciali lungo il tracciato del percorso di conoscenza.

Nato nel 1876 a Forni di Sotto, in provincia di Udine, Calligaris era figlio del medico condotto della zona.
Più per vocazione che per rispettare una tradizione familiare, decise di seguire le orme paterne. Infatti, già la lettura del suo primissimo lavoro, la tesi di laurea intitolata Il Pensiero che Guarisce, ci può chiarire quanto la sua mente fosse aperta e il suo pensiero proiettato verso la ricerca di una conoscenza ben più vasta del patrimonio della medicina scientifica dell’epoca.
Egli cercò di comprendere quello che nemmeno oggi la scienza medica sa spiegare; vide ciò che ancora oggi in pochi riescono a vedere.
Era il 1901 quando espresse la convinzione dell’esistenza di uno strettissimo collegamento tra corpo e psiche. I dati esposti nella tesi Il Pensiero che Guarisce provenivano dagli scritti di numerosi autori della fine del XIX secolo, ma l’analisi si rivela comunque supportata da convinzioni personali e la ricerca, ampia e ben strutturata, permette di prevedere un futuro brillante nel campo della ricerca, per il giovane laureando.
In effetti, non appena portati a termine gli studi, il giovane medico venne chiamato a Roma dal già noto professor Mingazzini per ricoprire la carica di assistente universitario.
Docente dal 1903, poi segretario del Congresso nazionale della Società di Neurologia, in seguito autore di numerosi articoli pubblicati sulle più prestigiose riviste scientifiche, Calligaris riuscì ad aprire, con l’aiuto del padre, una clinica in provincia di Udine.
Intanto, però, la Grande Guerra si avvicinava e con essa la chiamata alle armi.
Dall’esperienza vissuta come medico militare nacque il primo libro, un diario analitico contenente una rassegna di esperienze belliche vissute da un uomo poco propenso ad accettare passivamente i traumi che il conflitto provocava. Mentre la guerra proseguiva, un’altra tragedia colpì Calligaris: gli austriaci, nella loro avanzata, occuparono la Clinica e la vuotarono di tutti gli scritti che raccoglievano i dati ricavati durante il primo decennio di lavoro. Calligaris, addolorato, ma non prostrato riprese con maggior vigore il lavoro.
L’unico risultato positivo, esaminando la situazione dal nostro punto di vista di posteri, consiste nella sopravvivenza della materia nei Paesi di lingua tedesca che ancora oggi conoscono il nome del nostro connazionale e ne portano avanti alcune teorie.
Il periodo tra la prima e la seconda Guerra Mondiale fu estremamente produttivo per gli studi, infatti verso la metà degli anni Venti, partendo da un tema affidatogli come argomento di ricerca dall’Istituto di Neurologia dell’Università di Roma, Calligaris approdò a una delle più stupefacenti scoperte sull’essere umano.
Il problema, che reclamava una soluzione, consisteva nel trovare la correlazione tra la presenza di zone del corpo dotate di minore o maggiore sensibilità cutanea rispetto alla norma, e i danni alla corteccia cerebrale conseguenti a traumi o malattie. Non essendo evidente alcun collegamento neurologico diretto tra le parti interessate, la medicina ufficiale chiedeva di rintracciare il nesso logico tra cause ed effetti. La risposta, forse, non fu precisamente chiarificatrice per la questione in oggetto, ma i risultati vennero giudicati talmente importanti da condurre l’Autore a presentare una relazione nell’ambito di un Congresso nazionale.
Il testo Le Catene Lineari del Corpo e dello Spirito, pubblicato nel 1928, riporta tutti i risultati che precedentemente erano stati enunciati in congresso e rappresenta il punto d’inizio di una letteratura sconvolgente per i suoi contenuti innovativi.
In questo testo l’Autore annunciava in modo definitivo e perentorio di aver individuato una struttura reticolare, presente sul corpo dell’uomo, in grado di fornire, tramite una semplice procedura di esame, indicazioni precise e ripetibili sullo stato psicologico e fisiologico. Aveva tracciato la mappa completa di tali linee (che possiamo definire senza dubbio energetiche) e aveva definito le basilari corrispondenze psicosomatiche.
La relazione presentata parla della connessione tra cute, organi interni e sentimenti (quest’ultima denominazione è assegnata alle espressioni dello spirito), collegamento che si era rivelato percorribile in ogni direzione.
Da buon neurologo, ma soprattutto da ricercatore, Calligaris fornì un’ampia documentazione ricavata dagli esperimenti effettuati, per stilare una casistica dettagliata e verificabile. L’entusiasmo della ricerca e la meticolosità nella conduzione degli esperimenti rendevano assai interessanti i risultati, i quali purtroppo non erano corredati dalle procedure di trasferimento nella pratica delle teorie esposte, se non in casi sporadici.
Ben conscio di questa parzialità, lo studioso, oltre a difendersi dagli attacchi degli scettici (argomento che sarà costantemente presente nei suoi libri) sollecitava l’intervento di specialisti che portassero avanti la sperimentazione e che trovassero la conferma o la smentita alle sue scoperte. Purtroppo la richiesta di collaborazione non ebbe alcun seguito pratico, bensì sfociò in un clima di quasi assoluto scetticismo che provocò l’inizio del processo di emarginazione di Calligaris.
A breve distanza seguì la pubblicazione del secondo libro Le Catene Lineari Secondarie del Corpo e dello Spirito, pubblicato nel 1930, altro caposaldo, che definisce con estrema lucidità gli aspetti significativi nascosti all’interno delle bande cutanee, cioè aree più ampie nelle quali sono contenute le linee primarie protagoniste del libro del ‘28.
Altri due anni e nel 1932 venne stampato il testo in tre volumi intitolato La Fabbrica dei Sentimenti, terza e ultima opera fondata principalmente sul basilare reticolo energetico (costituito dall’insieme delle catene lineari). In realtà in questi tre volumi fanno la loro apparizione, per la prima volta, altre zone cutanee significative, denominate placche, che rappresentano un ulteriore balzo in avanti nella conoscenza dell’essere umano. Esse sono, infatti, collegate a doti superiori dell’uomo.
La ricerca proseguì diramandosi all’interno di molti campi scientifici fino alla scomparsa dello scienziato nel 1944.
Dopo la fine della seconda Guerra Mondiale, per l’ultima e definitiva volta, la quasi totalità dei manoscritti di Calligaris fu sottratta al suo Paese natale per seguire Oltreoceano l’esercito statunitense.
Anche negli Usa vennero portate avanti alcune sue ricerche.
Prima di quest’ultima “beffa postuma”, la maggior parte delle copie dei libri stampati era già stata distrutta. Soltanto l’esistenza di qualche collezione privata ha permesso di salvaguardare, in lingua italiana, il patrimonio delle scoperte di Calligaris. Proprio dai privati, negli anni della Guerra Fredda, i sovietici hanno attinto per documentarsi e proseguire a loro volta le ricerche, senza lasciare apparente traccia a proposito dei risultati ottenuti.
Ed è ancora grazie a qualche biblioteca privata che sono emersi i libri che hanno permesso di riprendere le ricerche in Italia così che, in anni più recenti, altri connazionali hanno potuto parlare degli straordinari risultati inerenti le scoperte del grande scienziato.

Per decenni si è trattato di episodi sporadici, ma dal 1995 che le scoperte di Calligaris vengono a tutti gli effetti rimesse sul banco di prova da un piccolissimo gruppo di intrepidi, di cui siamo orgogliosi di essere fondatori e promotori.
Da quel giorno gli studi si sono sviluppati fino ad approdare all’odierna Dermoriflessologia®, una disciplina olistica per il riequilibrio psicofisico e l’incremento delle facoltà latenti, che usa la pelle come specchio dell’anima e del corpo.

L’anima svelata

L’anima svelata è un manuale per conoscere e imparare la Dermoriflessologia®, ma è anche un omaggio alla genialità di un grande scienziato, le cui scoperte sono rimaste ai margini della conoscenza ormai per troppo tempo. Il personaggio in questione è Giuseppe Calligaris, neuropsichiatra italiano del XX secolo che ha dedicato l’intera vita allo studio dell’uomo e dei nessi che collegano il corpo e lo spirito. Grazie alla sua indole immaginifica e alla sua mentalità scientifica l’anima è stata svelata e oggi disponiamo di un codice psicosomatico che dimostra come i pensieri e le emozioni agiscano sul corpo e come le condizioni fisiche influenzino le emozioni e i pensieri. Partendo dalle sue scoperte, gli autori hanno proseguito le ricerche e hanno dato origine alla Dermoriflessologia, una disciplina olistica in grado di instaurare un proficuo dialogo tra conscio e inconscio e promuovere il benessere attraverso semplici stimolazioni cutanee.
Questa è la seconda edizione, aggiornata e ampliata, del libro uscito per la prima volta nel 2006.

Questa cosa non mi va giù

Quando lo stomaco duole ci avvisa che c’è qualcosa che non riusciamo a digerire e a trasformare in nutrimento per il corpo e per l’anima.

«Quell’affronto non l’ho proprio digerito», «ho dovuto ingoiare il rospo e stare zitta», «non posso accettare una simile ingiustizia», «avrei voluto vomitargli addosso tutto il mio disprezzo», «quando l’ho saputo mi si è chiuso lo stomaco»… Quante volte abbiamo sentito, e forse anche pronunciato, frasi simili? Quando la digestione lancia segnali d’allarme è il momento di chiedersi quali esperienze ci risultano difficili da digerire e da trasformare in elementi nutritivi, perché, come tutti gli organi, sistemi e apparati del corpo fisico che svolgono funzioni assimilabili a quelle psichiche, anche lo stomaco non fa eccezione.
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